<html><head></head><body>Interessante, ma la morale sarebbe... Via da Facebook, Twitter, ecc.?<br>
-- Inviato dal mio cellulare Android (Samsung Galaxy S2) con K-9 Mail.<br><br><div class="gmail_quote">Andrea Brugiolo <nick@fsugpadova.org> ha scritto:<blockquote class="gmail_quote" style="margin: 0pt 0pt 0pt 0.8ex; border-left: 1px solid rgb(204, 204, 204); padding-left: 1ex;">
<pre style="white-space: pre-wrap; word-wrap:break-word; font-family: sans-serif">Un amico mi ha girato questo articolo di Gianni Riotta, da<br /><a href="http://lastampa.it">lastampa.it</a>: lo rigiro perche' mi pare una riflessione interessante<br />(no, non invio solo l'url perche' gli url possono cambiare o sparire).<br /><br />--<br /><br />Le vite degli altri e gli eccessi dei new Google<br /><br />Il Minatore di Dati non scende sottoterra, scopre le sue pepite d’oro<br />nei motori di ricerca Internet, non ha l’elmetto con la lampadina ma<br />computer e software sofisticati, non rischia di esplodere con il<br />grisou ma su una legge a tutela della privacy online. Il presidente<br />Obama affida le speranze di rielezione al Capo Minatore Dati<br />Democratico Rayid Ghani; Google e Facebook contano di sbancare il<br />mercato con i loro Giacimenti di Dati; aziende, grandi e piccole,<br />vogliono cavarsela nel 2012 di recessione grazie ad abili Minatori di<br />Dati.<br
/><br />Tra i dati scavano intelligence e terroristi, pirati informatici<br />e sociologi, predicatori e commessi viaggiatori del web. Tutti a<br />caccia del prezioso metallo virtuale che sono le nostre professioni,<br />la nostra vita, le foto, gli affetti, i consumi, le mail personali e<br />di lavoro. Chi meglio connetterà via «data mining», lo scavo dei dati,<br />la massa di materiale che ogni giorno immettiamo online diventerà<br />leader politico o monopolista del web. La partita per accedere,<br />controllare, lanciare sul mercato, svendere oppure proteggere e<br />custodire i nostri dati - oggi nei singoli computer, domani nei<br />megadepositi collettivi chiamati «clouds», nuvole - sarà decisiva per<br />definire natura e qualità di mercato, società, democrazie.<br /><br />Quando vi collegate con il possente motore di ricerca Google è<br />possibile notiate, in basso sul vostro schermo, una riga color grigio<br />perla con tocco di rosso che vi avvisa di «Nuove
norme sulla privacy e<br />termini di servizio». Si vede appena, chi di voi ha cliccato sulle<br />burocratiche informazioni che scatteranno dal 1 marzo alzi la mano.<br />Eppure fareste bene a leggere, perché le «nuove norme» specificano che<br />i vostri dati resteranno «per sempre» nel sistema, saranno condivisi<br />da tutti i servizi del motore di ricerca, anche da quelli che mai voi<br />avete usato o magari neppure conoscete, la posta Gmail, i video di<br />YouTube, le mappe di Earth, il nuovissimo sistema operativo Android,<br />Voice, Chrome, Wallet.<br /><br />Se pensate che la novità e i Minatori di Dati non vi riguardino<br />ascoltate Richard Falkenrath, numero due dell’Antiterrorismo americano<br />dopo l’11 settembre e oggi studioso al Council on Foreign Relations:<br />Falkenrath auspica, negli Usa e in Europa, leggi di difesa della<br />privacy online perché, «pur se renderà meno facile l’antiterrorismo»,<br />il «diritto all’oblio» è
indispensabile a individui e democrazie<br />contro i dati custoditi e negoziati online per sempre. Falkenrath cita<br />il caso della scuola dei suoi figli dove - come in tante medie e licei<br />Usa - in cambio di email gratuite, e-books e altri sussidi didattici<br />del programma Apps for Education, Google ottiene accesso ai dati degli<br />studenti «in Aeternum», per sempre.<br /><br />Il guru antiterrorismo Falkenrath scopre, con amarezza, che le<br />tecniche da Minatore di Dati da lui usate inseguendo al Qaeda sono<br />impiegate per analizzare i gusti dei suoi figli e far affluire loro,<br />via computer, le pubblicità più gradite, abbigliamenti, elettronica,<br />sport. La posta Gmail - che ha trasmesso questo articolo a La Stampa -<br />può connettersi con Picasa, software gratuito per le fotografie.<br />Picasa riconosce i volti delle foto che i ragazzi mettono online,<br />risale al luogo e alla data in cui sono state scattate, scheda chi<br />c’era e quando.
Strumenti utili alla polizia, ma anche al marketing<br />per seguire i teen ager dalla discoteca, al centro commerciale, allo<br />shopping online, confrontando i loro dati con quelli degli amici.<br /><br />Google è già andata sotto accusa per avere infranto le - pur esigue -<br />leggi sulla privacy. Due anni fa raccolse dati WiFi senza permesso per<br />il programma Street View, e di recente un ricercatore dell’Università<br />di Stanford ha scoperto che l’azienda permetteva accessi illegali alle<br />agenzie turistiche per spiare i clienti sul browser Apple Safari.<br />Neutralizzati i «cookies» di Safari, semafori d’ingresso informatici,<br />i Minatori di Dati entrano a casa vostra, in segreto.<br /><br />Ora l’Unione europea vorrebbe leggi più efficaci, ma lo sbarco in<br />Borsa di Facebook che mira a 75 miliardi di euro in valore, il boom di<br />Google, la guerra sotterranea contro Twitter, si basano<br />sull’accessibilità delle Miniere di Dati alle
vostre vite, idee,<br />opinioni, gusti e consumi. Se è facile ottenerli, studiarli, venderli<br />e scambiarli, il valore delle aziende sale. Se Congresso Usa e Unione<br />Europea difendono la privacy, scende.<br /><br />Non pensate solo a blue jeans o alla settimana bianca. Il professor<br />Ghani fa per la campagna di Obama lo stesso lavoro, scava «Metadati» -<br />segnatevi questa parola perché deciderà del vostro futuro - analizza<br />cioè dove sono gli elettori, di che cosa si interessano, frulla le<br />opinioni su aborto, economia, Wall Street, lavoro, conduce mini<br />sondaggi e, se le mail che analizza, le foto che osserva da Facebook,<br />i tweet che raccoglie, lo segnalano, suggerisce al presidente slogan,<br />idee, progetti adatti all’umore americano del giorno.<br /><br />La battaglia sulla privacy online durerà a lungo, con due bizzarrie.<br />La privacy che, a parole, ci sta a cuore, la «autovioliamo» noi stessi<br />ogni giorno, con il «post» di
foto e storie che crediamo «riservate» e<br />che finiscono ai Minatori di Dati, commerciali e politici. E davanti a<br />regole contro l’arbitrio dei Minatori, Google, Facebook, Youtube,<br />Amazon, Twitter, si muteranno in Robin Hood della «libertà sul web», i<br />gonzi abboccheranno, i furbi scaveranno con vanghe informatiche quei<br />Dati preziosissimi che nulla sono se non le nostre vite.<br /><br />twitter @riotta<br /><br />L'articolo completo e gli approfondimenti sono disponibili all'indirizzo:<br /><a href="http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/girata.asp?ID_articolo=9790&ID_blog=25&ID_sezione=29">http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/girata.asp?ID_articolo=9790&ID_blog=25&ID_sezione=29</a><br /><br />-- <br />Andrea Brugiolo nick@fsugpadova.org<br />Free Software Users Group Padova <a href="http://www.fsugpadova.org">http://www.fsugpadova.org</a><br /><hr /><br />fsug-pd mailing list<br
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