[FSUG PD] Centro Microsoft nel mirino

Luca Berton mr.evolution a tiscali.it
Sab 26 Maggio 2007 23:24:36 CEST


Tratto da: [ http://dido.nonpenso.org/2007/05/26/centro-microsoft-nel-mirino/ ]

I sostenitori del software libero attaccano il laboratorio di bioinformatica di Povo
Centro Microsoft nel mirino
L’accusa: «Ricerca privata con i soldi pubblici»

Duro attacco di Assoli, l’associazione italiana dei sistemi informatici
open source, al Centro Microsoft di Povo. Tre ricercatori che hanno
compiuto uno studio sul laboratorio di bioinformatica di Povo
contestano il metodo di lavoro e parlano di ricerca privata fatta con
soldi pubblici: per ogni euro speso da Microsoft vengono spesi 7,21
euro dei contribuenti. Secca la replica del direttore del Centro,
Priami: «Polemica assurda, noi facciamo ricerca, non sviluppiamo
prodotti commerciali»

Il Centro Microsoft nel “mirino” dei sostenitori del software libero. Lotta di filosofia e di numeri. Tre ricercatori di Assoli, l’associazione italiana del sistemi informatici open source , hanno fatto uno studio sul laboratorio di bioinformatica di Povo. Contestano il metodo di lavoro e parlano di ricerca privata, fatta a spese del contribuente italiano.

La società consortile - composta da Microsoft Research e Università di Trento - si propone, senza scopo di lucro, di svolgere attività di ricerca e sviluppo di specifici linguaggi e meccanismi di modellazione, analisi e simulazione nel campo della scienza medica, della biologia. Nel lungo articolo di Assoli, pubblicato sul sito ufficiale (www.softwarelibero.it), si dice che la licenza del centro «non garantisce le quattro libertà richieste per essere considerata una licenza di software libero». «Dunque siamo in presenza di una licenza di software proprietario. In particolare: è vietato utilizzare il software per fini commerciali (limitazione all’utilizzo); se il software è in formato binario, non è possibile cercare di modificarlo, di fare del reverse engineering o di decompilarlo (limitazione allo studio)». L’azienda americana rimarrebbe titolare di una parte dei risultati prodotti dai ricercatori di Trento.

Si cita poi l’assemblea dei soci, tenutasi il 21 aprile 2006, e si riportano le cifre sulla partecipazione pubblica: «Passando alla trattazione del terzo punto all’ordine del giorno, il presidente ha fatto presente che il cda ha approvato le spese stimate per il 2006 e la loro proiezione fino al 2010 (conservate agli atti della società). Entrate previste 2006: da notare che per quanto riguarda i contributi Firb e dell’Università di Catanzaro (con cui Trento collabora, dalla nascita del laboratorio, nella ricerca sui tumori, Ndr) abbiamo solo riportato la cifra stimata per l’anno fiscale corrente. Provincia: 600.000 euro; Microsoft: 250.000; Università di Trento: 223.800; Ministero: 930.200; Università di Catanzaro: 50.000». Ma i sostenitori dell’ open source vanno oltre:«Il primo centro di ricerca Microsoft costituito in Italia, a fronte di un investimento di 250.000 euro in ricerca sui propri prodotti da parte di Microsoft, ha comportato un esborso da parte della pubblica amministrazione di complessivi 1.804.000 euro, esborso che andrà a vantaggio di un’azienda (la creatura di Bill Gates, Ndr), che per strategia aziendale localizza i propri beni immateriali (quindi, presumibilmente, anche i risultati della ricerca condotta nel centro di Trento) fuori dal territorio italiano. Per ogni euro speso da Microsoft vengono spesi 7,21 euro da parte dei cittadini italiani».

I sostenitori del software libero vanno oltre i confini trentini. Dicono che, secondo quanto dichiarato nel bilancio Microsoft Srl, le licenze d’uso dei programmi, acquistati in Italia, vengono fatturate dalla sede irlandese della compagnia. È una battaglia di politica informatica e di cifre: cifre che Corrado Priami, direttore del Centro Microsoft di Trento, contesta: «Ma quale scippo al contribuente? Nel documento di Assoli si cita la previsione, non il bilancio: nel 2005, anno in cui ateneo e Provincia non hanno stanziato un euro, Microsoft ha dato un contributo di un milione. Quanto alla questione delle tecnologie, mi permetto di ricordare che noi facciamo ricerca, non sviluppiamo prodotti commerciali». Priami è un fiume in piena. Dice che le argomentazioni di Assoli si reggono su gambe fragili: «Mi pare una polemica pretestuosa. I software che abbiamo sviluppato si possono scaricare gratis dal nostro sito: le piattaforme sono disponibili per tutti. A Povo non ci sono certo brevetti Microsoft e noi non ci occupiamo di commercializzazione. Siamo talmente fuori da dinamiche commerciali che alcuni dei nostri computer sono Macintosh». Assoli - facciamo notare - ha allargato l’orizzonte e ha scritto che «le licenze d’uso dei programmi Microsoft acquistati in Italia vengono fatturate dalla sede irlandese della compagnia». La risposta è secca: «Non conosco le strategie commerciali. Io so solo che noi facciamo ricerca e che il centro Microsoft-Università ha la sede legale in piazza Manci a Povo: là c’è la sede e là il centro paga le tasse. Aggiungo che tutti i ricercatori (lo staff è composto da 19 elementi; il 50% è dato da stranieri) hanno preso residenza in provincia di Trento, quindi la loro contribuzione va allo Stato italiano». E per quanto riguarda i contributi pubblici? «Il laboratorio è compartecipato dall’Università: le risorse vengono stanziate solo a fronte di progetti scientifici, il cui valore è oggetto di attenta analisi».

Nonostante tutto, Priami si dice sereno. Sereno, anche dopo l’annuncio della futura apertura di nuovi centri Microsoft in Piemonte, Campania e Toscana? «Sì, perché il nostro è un centro di ricerca - dove si cercano soluzioni a problemi - mentre quelli di cui si parla sono centri di innovazione tecnologica, dove si lavora al miglioramento di tecnologie già esistenti».

A.Tom. 26/05/2007
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