[FSUG PD] [OT] Petizione - Liberalizzazione nel campo del Software per Personal Computer

Lorenzo aka balooit balooit a gmail.com
Gio 7 Giu 2007 08:49:13 CEST


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Ciao
balooit



http://www.petitiononline.com/liberasw/
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Liberalizzazione nel campo del Software per Personal Computer

To:  Parlamento e Governo della Repubblica Italiana

Basta all'obbligo di acquisto delle licenze d'uso del software con il
personal computer! I cittadini italiani vogliono poter scegliere.
(esempio: se desiderano installare GNU-Linux sui loro personal
computer da tavolo o portatili non vogliono dover pagare la licenza di
Vista!)

Occorre una legge che contenga le seguenti norme:

1) Nella vendita di personal computer il prezzo dell'hardware deve
essere riportato con voce distinta rispetto al prezzo della licenza
d'uso del software eventualmente in dotazione.

2) E' consentito all'utente di rinunciare all'acquisto della licenza
per il software e pagare solamente il prezzo dell'hardware.

3) Il prezzo indicato per la licenza d'uso del software deve essere realistico.

Il testo completo della proposta, cosi' come le motivazioni e le
previsioni degli effetti sono pubblicati in:
http://www.nonsiamopirati.org/4bersani.html (autenticita' md5
b4389837d79b118572a4c06944e4e7c5).
(il punto 3 e' stato qui riportato in forma abbreviata, coerente nel
senso ma privo dei tecnicismi previsti nella forma integrale della
proposta).

Sincerely,


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http://www.nonsiamopirati.org/4bersani.html
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On. Ministro Bersani,

per il tramite:
Capo di Gabinetto: Egr. Dott. Goffredo Zaccardi
e Vice Capo di Gabinetto: Egr. Dott.ssa Simonetta Moleti

Vi scrivo in merito ad una liberalizzazione che potrebbe dare una
forte spinta all'economia del nostro paese.

Dal punto di vista del software per elaboratori elettronici l'Italia
ha grandi potenzialità che non può sfruttare perché il mercato è
dominato da operatori stranieri. Il problema fondamentale è che vi
sono posizioni dominanti che vincolano le scelte degli utenti.

Quello che chiedo è di intervenire per consentire agli utenti la
scelta, chiedo di aprire il mercato in modo particolare per le PMI e
per i singoli cittadini.

Oggi non è di fatto possibile per un normale utente acquistare un
elaboratore personale se non con il sistema operativo preinstallato di
una marca ben determinata. E' sufficiente entrare in un qualsiasi
negozio o supermercato o leggere le pubblicità per notare che nel
settore non vi è concorrenza (perché i cittadini hanno di fatto un
obbligo di acquisto congiunto).

La mia proposta di liberalizzazione è semplice, potrebbe essere
riportata in questo modo (sono un informatico, per cui mi scuso in
anticipo dei termini impropri dal punto di vista giuridico).

1) Nella vendita di personal computer il prezzo dell'hardware deve
essere riportato con voce distinta rispetto al prezzo della licenza
d'uso del software eventualmente in dotazione.

2) E' consentito all'utente di rinunciare all'acquisto della licenza
per il software e pagare solamente il prezzo dell'hardware.

3) E' consentito altresì a sole aziende che costruiscono o assemblano
computer (non a privati) l'acquisizione della sola licenza d'uso al
prezzo indicato per la licenza stessa in offerte pubbliche al più
incrementato del 30% e per un numero minimo di 30 copie o comunque di
30 volte il quantitativo offerto se si tratta di offerte per la
vendita congiunta di più elaboratori corredati di software.

Il punto 1 afferma che se un consumatore vuole usare un sistema
operativo o programmi applicativi diversi da quelli in dotazione ne ha
la possibilità.

Se è vero oggi che la maggior parte degli utilizzatori desiderano
utilizzare ciò che viene fornito (magari solo perché non conoscono
l'esistenza di alternative) è altresì non consentito agli altri di non
pagare per la licenza di un software per loro inutile. Dal punto di
vista tecnico il meccanismo di realizzazione potrebbe essere molto
semplice. Chi vuole vendere macchine con software preinstallato pone
nella confezione una busta chiusa con il codice di attivazione,
l'utente che restituisce la busta chiusa non può tecnicamente usare il
software preinstallato e non paga il prezzo della licenza relativa
come dice il punto 2.

Il punto 3 è un punto di garanzia. Serve per fare in modo che non
vengano indicati importi irrisori o addirittura nulli per il prezzo
della licenza del software di fatto reintroducendo l'acquisto
congiunto dell'hardware e della licenza d'uso del software.

Perché c'è bisogno di questa norma:

  * perché le aziende che costruiscono elaboratori sono di fatto
obbligate da Microsoft (diciamo nome e cognome del responsabile) a
vendere solo macchine con sistema operativo preinstallato. La
posizione dominante del mercato fa in modo che il prezzo di acquisto
della licenza del sistema operativo da vendere preinstallato possa
variare in funzione della libertà data agli acquirenti. In pratica la
ditta X che vuole vendere macchine con Windows e Linux può vedersi
rincarato il prezzo che paga alla Microsoft per la licenza di Windows.
Questo può rendere i prodotti di X meno competitivi sul mercato per la
maggior parte degli utenti.
  * perché questa situazione provoca l'effetto "rete", i cittadini
non conoscono la possibilità di alternative, nei punti vendita non è
consentita loro la scelta. Una volta che sono stati obbligati
all'acquisto della licenza è difficile che provino strumenti
alternativi.
  * perché in questo momento la Microsoft sta lanciando Vista. Vista
può avere qualche funzionalità aggiuntiva (la maggior parte delle
"innovazioni" sono solo di natura estetica, la totalità delle
"innovazioni" sono già presenti in altri sistemi operativi) ma costerà
allo Stato, alle Aziende e ai cittadini tantissimo. Le versioni della
licenza d'uso oggi hanno prezzi che variano da 150 a 400 euro al
pubblico e obbligheranno ad aggiornare l'hardware. Usiamo oggi per
scrivere documenti e posta elettronica macchine che hanno potenzialità
spaventose, e i costi sono stati forzosamente gonfiati di conseguenza.
Una stima di costo di 400 euro per ogni personal computer nei prossimi
tre anni penso che sia una stima prudenziale. Se viene moltiplicato
per il numero di personal computer presenti in Italia viene una cifra
imponente, quasi una finanziaria! Una norma come quella proposta
consente una scelta, non obbliga nessuno a usare Windows, Linux,
MacOSX o altro, aumenta la concorrenza in questo campo in modo
coerente a quanto questo Governo ha giustamente fatto per altri campi.
Chi vuole Vista continuerà a farlo (non sarò mai io a proporre
limitazioni ad alcuno) ma parimenti chi vorrà non usarlo o vorrà
pensare a strumenti software alternativi con modelli economici
diversi, potrà farlo.
  * Sicuramente i fornitori del software (come Microsoft)
obietteranno che una norma come quella proposta "incrementa la
Pirateria". Se la chiave di attivazione è ben strutturata non ci sono
rischi di copie abusive superiori a quelli attuali. Ma l'acquisto
dell'hardware e la licenza di utilizzo del software sono contratti
separati e di natura completamente diversa. Sarebbe come chiedere che
per evitare la copia abusiva delle canzoni, ad ogni lettore CD fosse
abbinata la vendita di tutti i CD prodotti negli ultimi anni. Con i
lettori CD la concorrenza farebbe la sua parte, nessuna casa
discografica controlla la quasi totalità del mercato. Microsoft in
questo esempio è come una casa discografica che possedesse la quasi
totalità del mercato, i produttori di lettori di CD per non
scontentare la casa discografica sarebbero disposti a tutto,
temerebbero di non avere accesso in futuro alle protezioni per
riprodurre i CD del quasi-monopolista.
  * L'investimento in software preinstallato di grandi
multinazionali impoverisce il nostro paese. La conoscenza su tali
prodotti proprietari chiusi è limitata all'azienda costruttrice del
programma e il paese è sempre più vincolato alle scelte (e alle tasse
occulte imposte) della azienda. Penso che molti dei forzati
all'acquisto di Vista resterebbero volentieri ai sistemi attuali, ma
l'azienda smetterà di fornire aggiornamenti obbligando di fatto tutti
al cambiamento. Strumenti alternativi farebbero crescere aziende ad
alta specializzazione Italiane nel campo del software con conseguente
ritorno fiscale e aumento del livello di know how locale e di
competitività internazionale.

Ringrazio per l'attenzione e mi dichiaro fin d'ora disponibile a ogni
approfondimento che Lei Ministro o i suoi Consiglieri riterrete
necessario.

Renzo Davoli
Professore di Informatica
Docente di Sistemi Operativi, Università di Bologna
Direttore Scientifico del Master in Tecnologia del Software Libero e Open Source

Bologna, 12 febbraio 2007
A seguito della lettera il giorno 9 marzo 2007 ho incontrato il
consigliere dott. Zaccanti. Osservazioni e Approfondimenti relative
alla proposta a seguito dell'incontro con il dott. Zaccardi.

Punti a favore della norma:

  * competitività: l'Italia è all'avanguardia nella innovazione nel
campo del software libero (Siamo quarti nel mondo per numero assoluto
di sviluppatori, abbiamo una densità di sviluppatori di software
libero/open source per abitante quattro volte superiore agli Stati
Uniti). Questa norma valorizzerebbe questo primato italiano. (fonte
http://www.infonomics.nl/FLOSS/report/) A lungo termine può portare a
minori costi strutturali per l'elaborazione automatica dei dati per
tutti, imprese, enti pubblici e cittadini.
  * esempio a livello europeo: questa norma potrebbe essere di
esempio agli altri paesi dell'Unione. Grande attenzione a livello
Europeo è posta sul campo del software libero e sulla predominanza del
mercato di Microsoft. Nel primo caso si può vedere la creazione
dell'Osservatorio per il Software Open Source da parte del Ministero
dell'Industria Francese (diretto da un italiano residente in Francia:
Roberto di Cosmo).
(http://www.techworld.com/opsys/news/index.cfm?newsid=7508) Per le
preoccupazioni relative alla libertà del mercato si vedano i numerosi
pronunciamenti e ricorsi dell'antitrust europea. La norma potrebbe
anche incrementare l'export delle ditte di E-commerce italiane. Se gli
altri stati dell'Unione non fanno una norma simile chi all'estero
vuole utilizzare software libero/open source troverebbe conveniente
acquistare da aziende italiane le macchine che non può acquistare
senza sistema operativo nel mercato locale.
  * coerenza con richieste pressanti: in rete possono essere
reperite numerosi interventi sull'annuosa questione della restituzione
del prezzo della licenza del sistema operativo. Di fatto questa norma
contrattuale prevista da Microsoft è inapplicabile perché fa
riferimento a un prezzo non indicato. Si veda il caso di Paolo
Attivissimo (http://www.attivissimo.net/rimborso_windows/istruzioni.htm)
che è riuscito dopo lunghe peripezie ad avere una donazione di
hardware di importo corrispondente al software. Non è stato restituito
il denaro e questo sembra essere stato il modo elegante per l'azienda
produttrice dell'hardware di cedere all'insistenza del dott.
Attivissimo, facendo una donazione liberale *senza* revocare la
licenza e scontentare quindi Microsoft. Oggi alcune aziende pur di non
scontentare Microsoft hanno addirittura rinunciato alla vendita anche
dell'hardware se non viene accettata la licenza d'uso del software,
limitando così la scelta a chi vuole usare altri tipi di software
(oppure obbligando al pagamento della tassa pro-Microsoft).
    Si veda anche il ricorso dell'ADUC all'antitrust
(http://www.aduc.it/dyn/documenti/docu_mostra.php?id=126588) e
relativa risposta
(http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=152591). In
questo documento l'antitrust afferma che c'è la possibilità di
acquisire i computer senza sistema operativo. La norma proposta non
farebbe che sare piena attuazione alla sentenza. La ditta DELL ha
messo recentemente un rete un sito per raccogliere le richieste dei
clienti sui prodotti. In quindici giorni più di centomila persone
hanno chiesto di poter avere Linux preinstallato o nessun sistema
operativo (http://www.dellideastorm.com/popular/).
    La ditta DELL è anche stata portata quale esempio in un recente
seminario dal dott. Boccadamo della Microsoft (dibattito
Davoli/Boccadamo su "Quale software per l'Ateneo di Bologna", 22
febbraio 2007) presto dovrebbe essere trasmesso da Arcoiris TV, via
rete e satellite (www.arcoiris.tv). Egli ha affermato che la DELL
vende macchine prive di sistema operativo, e ciò è parzialmente vero:
peccato che lo faccia solo per alcuni modelli, con alcune tipologie di
clienti e solo tramite specifici canali commerciali, di fatto
escludendo i normali cittadini. (fonte: si può verificare direttamente
dal sito di E-commerce della DELL: www.dell.it, tra l'altro pochi
minuti fa un operatore della Dell mi ha detto che il prezzo per i
privati non cambia.... è quindi come il caso di Attivissimo, la tassa
Microsoft viene pagata in ogni caso).

Valenza politica del provvedimento:

Questo provvedimento non prevede alcuna spesa a carico dello Stato e
riceverebbe il plauso immediato della comunità degli sviluppatori di
software libero/open source e delle Aziende correlate. Non dovrebbe
portare ad alcun aggravio di spesa per gli utenti che liberamente
decidono di mantenere il sistema Windows. E' irreale pensare che
l'inserimento di una busta o di un codice nella confezione comporti
una variazione sostanziale al prezzo.

Nota:
l'incremento al prezzo del 30% indicato nella proposta per la vendita
del software separata dall'hardware per i costruttori e assemblatori
di hardware è puramente indicativo. La misura del 30% dovrebbe
scoraggiare da un lato l'indicazione di prezzi irreali, dall'altro
scoraggiare l'uso di questa possibilità potendo avere condizioni
migliori tramite contrattazione diretta invece che acquistando da un
concorrente.

Renzo Davoli ha 43 anni. E' professore universitario a tempo pieno
(quindi lavora esclusivamente per lo Stato e per il proprio Ateneo).
Insegna Sistemi Operativi al Corso di Studi in Informatica e
Progettazione di Sistemi Virtuali alla laurea Specialistica in
Informatica. In passato ha insegnato Architettura degli Elaboratori,
Linguaggi di Programmazione, Tecniche Speciali di Elaborazione,
Sicurezza. I Sistemi Virtuali sono il suo attuale interesse di
ricerca. E' autore di numerosi articoli scientifici in riviste e
conferenze internazionali, ha partecipato e partecipa come revisore
per riviste e conferenze.
E' autore di molti programmi innovativi distributi con licenza libera
nelle distribuzioni di software libero (Linux, FreeBSD etc.). E' il
direttore scientifico del Master in Tecnologia del Software Libero e
Open Source dell'Università di Bologna.
E' stato il direttore generale della conferenza mondiale di didattica
dell'informatica denominata "Innovation and Technology in Computer
Science Education (ITiCSE06)" organizzata a Bologna nel giugno 2006
dalla maggiore società scientifica di Informatica: la ACM (Association
for Computer Machinery) di New York. La conferenza riunì più di 230
docenti di informatica di più di 30 nazionalità diverse.
E' consulente tecnico del tribunale di Bologna in materia di Crimini
Informatici.
Come impegno civile divulga la cultura del software libero tramite
scritti e seminari (che svolge gratuitamente dietro il mero rimborso
delle spese di viaggio).
Lettera spedita il 12 Mar 2007 per posta elettronica. Verificata
telefonicamente la ricezione.
Verbatim Copying. 2007. Renzo Davoli.



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