[FSUG PD] Decreto legge 89/2011
Marco, Nuova Radar Coop
marco.bettin a nuovaradarcoop.it
Mer 20 Lug 2011 09:39:02 CEST
Chiedo scusa ma siamo tutti lavoratori no?
Anche quelli che sono ancora a "scuola" e forse un giorno lo saranno...
Credo sia importante, ciao a tutti,
Marco
*Decreto legge 89/2011 ovvero la fine della gratuità del processo del
lavoro*
Non è necessario abrogare l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori per
rendere sempre meno attuale ed esigibile il diritto al lavoro su cui si
dovrebbe fondare la nostra Repubblica. Basta renderne sempre più
difficile l'esercizio.
Dopo l'introduzione del cosiddetto Collegato Lavoro, che ha creato un
vero e proprio percorso ad ostacoli per i lavoratori che intendono
impugnare licenziamenti, trasferimenti, contratti a termine, il decreto
legge n. 89/2011 ha stabilito che il lavoratore che sia costretto ad
adire il Tribunale del Lavoro per tutelare i propri diritti deve pagare
lo Stato come in qualunque altra causa civile (anche se il contributo è
dimezzato rispetto all'ordinario).
La gratuità del processo del lavoro era prevista sin dalla legge 319/58,
successivamente confermata dalla legge 533/73, ed ha rappresentato un
caposaldo del nostro stato di diritto, fotografando la situazione di
"parte debole" del lavoratore al quale deve essere garantita la
possibilità di tutelare i propri diritti, in applicazione degli art. 3,
c. 2, art. 4, c. 1, art. 24 e art. 35 della Costituzione. Con l'entrata
in vigore del Decreto Legge 98/2011, dal 7 Luglio 2011 tutto il sistema
salta ed ogni controversia di lavoro viene assoggettata, al pari delle
altre cause civili ordinarie, al versamento di un contributo unificato,
che varia in base al valore della causa. Si tratta di una modifica
epocale, che comporterà una drastica riduzione del contenzioso, anche
perché i lavoratori agiscono in giudizio il più delle volte per ottenere
il pagamento di retribuzioni, o per conservare il posto di lavoro che
hanno perso e non hanno la possibilità economica di anticipare le spese
della causa. Solo per fare alcuni esempi, il contributo dovuto per una
causa di valore indeterminato (per esempio l'impugnativa di un
licenziamento, l'illegittimità di un contratto a termine e così via) è
ora pari ad euro 225,00; il lavoratore che chieda il pagamento di
arretrati o differenze retributive per importi compresi tra 52.000 e
260.000 euro dovrà pagarne 330,00, e così via. E' evidente che una volta
violato il principio della gratuità, il contributo richiesto ai
lavoratori sarà aggiornato periodicamente, in aumento, come accade per
gli altri tipi di contenzioso (il DL n. 89 ha aumentato i contributi di
circa il 20%). Il Decreto legge n. 89/2011 presenta aspetti di evidente
incostituzionalità, ed è necessario ed indispensabile attuare
immediatamente una campagna di informazione capillare nei confronti dei
cittadini, per far comprendere la gravità di quanto sta accadendo, che è
stato sostanzialmente ignorato da tutti gli organi di informazione e
dalle forze politiche e sindacali.
*Associazione Nazionale Giuristi democratici*
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