[FSUG PD] Libero VS proprietario (era: Re: Terza Serata a Tema 2011...)

Marco Pantaleoni marco.pantaleoni a gmail.com
Gio 17 Nov 2011 15:27:08 CET


2011/11/17 Marco Pantaleoni <marco.pantaleoni a gmail.com>

> 2011/11/17 Andrea Brugiolo <nick a fsugpadova.org>
>
>> On Thu, Nov 17, 2011 at 09:48:47AM +0100, Marco Pantaleoni wrote:
>> >
>> > [...]
>> > (e` una speculazione difficile: all'inizio della storia
>> > dell'informatica ad esempio esisteva solo il software proprietario, che
>> e`
>> > stato uno strumento essenziale per dare un impulso al progresso e
>> > all'umanità
>> > [...]
>>
>> Mah, altri raccontano che all'inizio c'era solo quello libero, che era
>> praticamente un corredo dell'hardware che si acquistava... :-D
>>
>
> beh, era gratuito ma non libero. Non parlo delle universita
>

a ridaiie...

dicevo... non parlo delle università, ma dell'informatica di "larga" (per
l'epoca) diffusione.

Sul fatto che si possa essere disonesti anche usando il Software
>> Libero sono d'accordo, ovviamente (un po' come fanno i venditori di
>> Android che hai ricordato).
>>
>
non ho detto che i venditori di cellulari Android sono disonesti. Non credo
che lo siano. Non lo sono perché non stanno imbrogliando o truffando
l'acquirente. Non ti hanno promesso un telefono open e non ti hanno
costretto ad acquistarlo.
Anche quando si parla di pratiche commerciali scorrette, non e` detto che
si sia di mezzo della disonesta`, semplicemente può mancare il fair-play
(che va oltre l'onesta`)


>
>> Io pero' stavo parlando del software, non del servizio che ci posso
>> fare sopra: certi problemi nel software proprietario sono intrinsechi
>> (la mancanza di una delle quattro liberta` fondamentali, per capirsi)
>> mentre con il Software Libero -- se come tale lo tratto -- non ci
>> sono.
>>
>
oggi e` sempre più difficile separare il software dai servizi. Basti
pensare all'e-mail: il 95% delle caselle di posta sono su web-mail, per cui
l'utente non ha alcun accesso al software sottostante, e poco importa che
sotto ci sia apache + python + sendmail/postfix/... + ...

comunque le quattro libertà fondamentali sono fondamentali alla definizione
di software libero: un software e` libero, per definizione, quando
garantisce le quattro libertà fondamentali. Non sono da intendersi come
diritti fondamentali dell'uomo nei confronti del software in generale
(altrimenti bisognerebbe togliere una libertà, questa si fondamentale, a
chi il software lo produce).


> Ma certo, in ogni caso ci sono le persone a monte di tutte le scelte,
>> anche quando la multinazionale o lo sviluppatore sceglie di privare
>> l'utente (o il cliente) di una delle liberta` fondamentali descritte
>> da GNU e` una scelta fatta da persone.
>>
>
mi sembra che traspaia anche qui un'interpretazione un po' distorta delle
libertà fondamentali. Chi fa software proprietario non priva nessuno di
alcuna libertà, fintantoché non costringe l'utente ad usare il proprio
software.
Altrimenti si ricade nella stessa trappola logica di chi dice che GNU e il
software GPL sono "virali", privando l'utente della libertà di produrne
software commerciale. In nessuno dei due casi c'e` coercizione, quindi non
c'e` privazione di libertà.


> > Anche i sostenitori del
>> > software libero, che spesso sono molto vocali in altre situazioni, hanno
>> > speso relativamente poco fiato per cambiare questa situazione. Ad
>> esempio,
>> > quanti hanno optato per comprare un Neo / FreeRunner (openmoko) invece
>> di
>> > un cellulare tradizionale.
>>
>> Qualcuno di noi lo ha fatto, qualche tempo fa.
>>
>
La parola chiave e` "qualcuno". Quanti ce ne sono in circolazione?


>
>> > Certo un iphone funziona meglio, ma che fine
>> > hanno fatto i principi? Oppure, quanti si sono dati da fare per
>> sostituire
>> > il BIOS altamente proprietario e chiuso della loro motherboard con
>> coreboot
>> > (linux bios)?
>>
>> Certo, ci scontriamo con la realizzabilita` dei principi. Ma
>> ribadisco: le persone possono dare ai principi l'applicazione che
>> vogliono mentre noi come Associazione abbiamo stabilito un patto
>> scritto e dobbiamo fare il possibile per rispettarlo.
>>
>
beh, ma qui i principi sono realizzabili. Basta comprare una motherboard
con un chipset supportato e perdere un po' di tempo per installare il
firmware basato su linux. E` solo una questione di comodità.

Certo, c'e` anche e soprattutto quello, ti assicuro. Ma togliere
>> all'utente una delle liberta` fondamentali, secondo me, oggi come oggi
>> fa parte in se` delle pratiche scorrette, perche' oggi la questione e`
>> troppo delicata.
>>
>
Come ho detto, non condivido questa visione. Non e` possibile che la
libertà fondamentale di uno vada a detrimento di quella di un altro.
Tutti quelli che (soprav-)vivono facendo app per iphone/android sono degli
usurpatori di libertà altrui?


> Continuo a non essere d'accordo su questo; continuo a credere che come
>> Associazione dobbiamo evitare di abbassare la guardia: la discussione
>> di ieri, tanto per fare un esempio, e` servita ad identificare
>> un'alternativa libera a Skype, che pare funzionante, che probabilmente
>> molti di noi ancora non conoscevano.
>>
>
Infatti, ben venga. Ho visto pero' che non supporta il multiparty video
conferencing, quindi credo si sia allo square one. Certo arriverà in
futuro, ma intanto?


>> Poi lo ribadisco: come Associazione ci siamo proposti di dare il
>> nostro tempo e il nostro lavoro volontario ma chiediamo anche a tutti
>> i partecipanti di fare il possibile per fare qualcosa anche loro, per
>> aiutare noi e se stessi -- parlo in generale, non solo e non tanto per
>> la serata di ieri.
>>
>
so che e` un lavoro volontario, e molto apprezzato anche. Ma io non sto
chiedendo che venga fatto alcunché. Mi sono limitato ad esprimere
un'opinione molto personale (e controversa) su una richiesta altrui.


>> Grazie per la tua risposta e per gli approfondimenti che hai portato!
>>
>
Grazie a te per la pazienza e il dialogo costruttivo.

Ciao,
Marco

-- 
Marco Pantaleoni
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